Racconti matematici by C. Bartocci

Racconti matematici by C. Bartocci

autore:C. Bartocci [Bartocci, C.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Short Stories (single author), Literary Collections
ISBN: 9788806223373
Google: HDV8oAEACAAJ
editore: Einaudi
pubblicato: 2014-10-15T17:03:34+00:00


un fatto assodato che Bailey e Teal atterrarono in cima alla signora Bailey. Per cui è lecito ritenere che la donna sia stata la prima a saltare dalla finestra. L’ordine di precedenza non può essere attribuito ad un senso di cavalleria; si deve supporre che la signora si trovasse nella posizione migliore per gettarsi dalla finestra.

Ricuperato un po’ di sangue freddo, riordinati alla meglio i pensieri, si stropicciarono gli occhi velati dalla sabbia. La loro prima sensazione fu di sollievo al duro e rassicurante contatto con il suolo desertico. Ma subito Bailey notò qualcosa che li fece balzare in piedi e impedì alla signora Bailey di dire tutto quello che già aveva sulle labbra.

— Dov’è la casa?

Era scomparsa. Non ne restava la minima traccia. Si trovavano tutti e tre al centro di quella piatta desolazione, il paesaggio che avevano veduto dalla finestra. Ma, oltre agli alberi deformi, torturati, non c’era nulla da vedere, se non quel cielo giallo e quel gran luminare sul capo, quel bagliore d’altoforno che era divenuto ormai quasi intollerabile.

Bailey si guardò lentamente intorno, quindi si volse verso l’architetto:

— Dunque, Teal? — con una voce che non presagiva nulla di buono.

Teal si strinse nelle spalle, con un gesto impotente.

— Vorrei capirci qualcosa. Vorrei sapere anch’io. Fossi almeno certo che ci troviamo sulla Terra…

— Ad ogni modo, non possiamo rimanere qui. È la morte certa, se restiamo ancora un minuto. In che direzione dobbiamo andare?

— Ogni direzione è buona. Orientiamoci col sole.

Avevano arrancato per una distanza indeterminata quando la signora Bailey chiese di riposarsi. Si fermarono. Teal bisbigliò all’orecchio di Bailey:

— Hai la minima idea?

— No… no, nessuna. Di’, non senti nulla?

Teal tese l’orecchio:

— Forse… a meno che non sia la mia immaginazione.

— Parrebbe il rumore di un’automobile. Ma sì, è un’automobile!

Arrivarono all’autostrada in meno di cento metri. L’auto, quando arrivò, risultò essere un vecchio camioncino ansimante, guidato da un allevatore di bestiame.

L’uomo, al loro cenno, fermò con un lungo stridere di freni.

124

— Ci siamo smarriti. Potete prenderci a bordo?

— Certo. Salite pure.

— Dove siete diretto?

— A Los Angeles.

— A Los Angeles? Ma, dico, dove ci troviamo?

— Diamine, siete nel cuore del Parco Nazionale degli alberi Yucca.

Il ritorno fu più avvilente della ritirata da Mosca. I coniugi Bailey erano seduti davanti, a fianco del conducente, mentre Teal, sballottato nel cassone del camion, cercava di proteggersi il capo dal sole. Bailey indusse il bonario allevatore di bestiame a svoltare in direzione della casa a tesseract, non perché volesse rivederla, ma per ritrovare la sua macchina.

Finalmente il coltivatore girò l’angolo e i tre si ritrovarono nel punto di dove erano partiti. Ma la casa non c’era più.

Non c’era più nemmeno la camera a pianterreno. Era svanita. I Bailey, incuriositi loro malgrado, si misero a ispezionare le fondamenta insieme con Teal.

— Sapresti spiegare quest’altra novità, Teal? — disse Bailey.

— Credo che quell’ultima scossa di terremoto abbia fatto scivolare la casa in un’altra sezione dello spazio. Ora capisco che avrei dovuto ancorarla alle fondamenta.

— Non solo questo avresti dovuto fare.

— Be’, non mi sembra che sia il caso di prendersela tanto.



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